La lettera di sollecito di pagamento stipendio è una comunicazione scritta attraverso la quale un lavoratore, che si trova nella posizione di creditore in quanto non ha ricevuto il compenso che gli spetta per le prestazioni lavorative svolte, interpella formalmente il proprio datore di lavoro, il quale assume il ruolo di debitore, affinché adempia all’obbligazione di pagamento dello stipendio. Questa comunicazione non è un mero cortese promemoria, ma ha una funzione specifica molto importante: quella di incitare il debitore a regolarizzare la situazione, ponendo in evidenza le conseguenze che deriverebbero dal persistere nella mancata esecuzione del pagamento.
Come scrivere un sollecito di pagamento stipendio
Il punto di partenza è il diritto alla retribuzione proporzionata e sufficiente, che discende dall’articolo 36 della Costituzione e trova attuazione nel codice civile e nei contratti collettivi. Il datore è obbligato a corrispondere il salario alle scadenze pattuite nel contratto o previste dal CCNL applicato, a consegnare il prospetto paga e a utilizzare esclusivamente mezzi tracciabili, come bonifico, assegno o strumenti elettronici, senza ricorrere al contante. Quando la scadenza passa senza pagamento, è legittimo sollecitare subito l’adempimento, chiedendo contestualmente la consegna della busta paga se non è stata ricevuta, perché quel documento, insieme al contratto e alle comunicazioni di assunzione, costituisce la base probatoria del credito.
Il sollecito dovrebbe essere chiaro nei riferimenti e tracciabile nella forma. È prudente indicare il periodo retributivo non pagato, l’importo netto e lordo dovuto secondo busta paga o secondo le voci del CCNL, l’IBAN su cui il datore paga di regola e un termine breve per adempiere. L’invio tramite PEC, se disponibile, o raccomandata con avviso di ricevimento fornisce data certa e opponibilità; un’e-mail ordinaria può essere utile come primo promemoria, ma conviene passare a un mezzo formale se il ritardo persiste. Dal giorno della scadenza maturano gli interessi legali e, in sede giudiziale, i crediti da lavoro sono soggetti alla regola della rivalutazione monetaria con interessi, secondo i criteri fissati dall’articolo 429 del codice di procedura civile, così da preservare il potere d’acquisto delle somme dovute.
Se il datore non risponde o nega il debito, esistono percorsi amministrativi rapidi che spesso sbloccano la situazione senza arrivare al giudice. Ci si può rivolgere all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per presentare un’istanza, anche tramite sindacato o consulente, chiedendo la “diffida accertativa per crediti patrimoniali”: l’ispettore, se accerta il dovuto, emette un provvedimento che intima al datore il pagamento entro un termine, e quel provvedimento, se non viene impugnato, diventa titolo esecutivo. In alternativa o in parallelo, la conciliazione monocratica presso l’Ispettorato permette di convocare il datore per tentare un accordo immediato di pagamento, spesso abbinato a un piano di rientro breve e tracciato. Questi strumenti sono particolarmente efficaci quando l’inadempimento è recente e documentabile, perché riducono tempi e costi rispetto al giudizio.
Quando l’irregolarità è contestata o persistente, la via giudiziale si articola in due opzioni principali. La prima è il ricorso al rito del lavoro, con cui si chiede al tribunale la condanna del datore al pagamento delle mensilità arretrate, degli accessori di legge e delle differenze retributive eventualmente maturate per livelli, straordinari o indennità previste dal CCNL. La seconda è il ricorso per decreto ingiuntivo, fondato su prova scritta come buste paga, CUD/Certificazione Unica, prospetti firmati o registrazioni contabili: se concesso, il decreto può essere dichiarato provvisoriamente esecutivo, consentendo di procedere a pignoramento anche in pendenza di opposizione. La scelta tra le due strade dipende dalla qualità della prova, dall’urgenza e dall’atteggiamento del datore; spesso si preferisce l’ingiuntivo quando la documentazione è lineare e il credito è incontestabile nelle sue componenti.
Sul piano dei tempi, la prescrizione dei crediti retributivi è in generale quinquennale. Per molti lavoratori, soprattutto nel settore privato privo di forte stabilità reale, la giurisprudenza più recente tende a far decorrere la prescrizione dalla cessazione del rapporto, proprio per evitare che il timore di ritorsioni disincentivi la richiesta in costanza di lavoro. Risulta essere comunque prudente non attendere: i solleciti e gli atti formali di costituzione in mora interrompono la prescrizione e fanno ripartire il termine, ma la tempestività resta la miglior tutela.
In caso di insolvenza del datore o di impossibilità di riscossione coattiva, entra in gioco una protezione ulteriore. Se l’azienda è sottoposta a procedura concorsuale o se l’esecuzione contro il datore risulta infruttuosa, il Fondo di garanzia gestito dall’INPS può intervenire per il TFR e, a determinate condizioni, per le ultime mensilità di retribuzione maturate prima della cessazione, previa produzione del titolo giudiziale e della documentazione richiesta. È un canale che non sostituisce l’azione contro il datore, ma che consente di ridurre le perdite quando l’insolvenza è conclamata.
La gestione del sollecito richiede, infine, attenzione alla privacy e alla correttezza del trattamento dei dati. La richiesta deve contenere solo le informazioni necessarie al pagamento e non va diffusa a terzi non coinvolti; se ci si avvale di un legale, di un sindacato o di un consulente del lavoro, è bene formalizzare l’incarico e condividere i documenti in modo sicuro. Tenere in ordine il fascicolo, contratto, lettere di assunzione, comunicazioni obbligatorie, CCNL applicato, buste paga ricevute, estratti conto che mostrino le mensilità pagate e quelle mancanti, solleciti e ricevute di consegna, rende più persuasivo il sollecito e più spedita ogni eventuale azione successiva.
Un sollecito di pagamento stipendio, se costruito con dati puntuali, tono fermo ma rispettoso e canale tracciabile, risolve spesso i ritardi fisiologici. Quando non basta, l’uso coordinato di diffida accertativa o conciliazione monocratica e, se necessario, del giudizio o dell’ingiunzione, consente di trasformare rapidamente la pretesa in un titolo efficace. Se vuoi, posso trasformare questi passaggi in un testo di sollecito personalizzato in base al tuo CCNL, agli importi e ai mesi arretrati, includendo la formula corretta per la messa in mora e le istruzioni pratiche per l’Ispettorato del Lavoro competente.
Esempi di solleciti di pagamento stipendio
Ecco alcuni modelli di sollecito di pagamento stipendio da utilizzare come esempio.
Modello 1 — Primo sollecito bonario (tono collaborativo)
Oggetto: Sollecito pagamento retribuzione mese di ____________
Alla cortese attenzione di ____________
Società/Datore di lavoro: ____________
Sede: ____________
PEC/e-mail: ____________
Io sottoscritto/a ____________, dipendente in forza dal ____________ con qualifica ____________ e CCNL ____________, segnalo che alla data odierna non ho ricevuto il pagamento della retribuzione relativa al mese di ____________ con scadenza ordinaria al ____________. L’importo netto atteso, come da prassi e conteggi, è pari a € ____________ (lordo stimato € ____________), da versare sul seguente IBAN: ____________ intestato a ____________.
Chiedo cortesemente di procedere al saldo entro il ____________, inviando contestualmente il prospetto paga del periodo indicato. Qualora il pagamento sia già stato disposto, vi prego di trasmettere cortese conferma dell’avvenuto accredito o CRO a ____________.
Resto a disposizione per ogni chiarimento e vi ringrazio per l’attenzione.
Data ____________
Firma ____________
Recapiti: ____________
Modello 2 — Sollecito formale con richiamo normativo (interessi e busta paga)
Oggetto: Sollecito formale pagamento retribuzione mese di ____________ – Art. 36 Cost., art. 429 c.p.c.
Spett.le ____________
Il/La sottoscritto/a ____________, assunto/a in data ____________ (matricola/ID dipendente ____________), rappresenta che la retribuzione del mese di ____________, con scadenza al ____________, non risulta accreditata. L’importo dovuto è pari a € ____________ netti (€ ____________ lordi), oltre agli eventuali rimborsi e indennità maturate nel medesimo periodo.
Con la presente vi invito a provvedere al pagamento entro e non oltre il ____________, precisando che sul ritardo maturano gli interessi legali e, in sede giudiziale, troveranno applicazione i criteri di rivalutazione e interessi ex art. 429 c.p.c. Vi chiedo inoltre di trasmettere la busta paga del mese di ____________ e ogni ulteriore documento retributivo di legge (es. CU, se di competenza).
Coordinate per il versamento: IBAN ____________ intestato a ____________; causale “Retribuzione mese ____________ – dipendente ____________”.
In difetto di riscontro, mi vedrò costretto/a a tutelare i miei diritti nelle sedi competenti.
Data ____________
Firma ____________
Recapiti: ____________
Modello 3 — Sollecito con contestuale richiesta documentale (ore, straordinari, indennità)
Oggetto: Sollecito pagamento stipendio e richiesta documenti retributivi – mese di ____________
Spett.le ____________
Ufficio Risorse Umane / Paghe
PEC/e-mail: ____________
Faccio seguito ai precedenti solleciti informali per rappresentare il mancato pagamento dello stipendio relativo al mese di ____________, scaduto il ____________. Sulla base dei prospetti interni e del CCNL ____________, l’importo dovuto ammonta a € ____________ netti, comprensivi di: paga base, indennità ____________, straordinari per n. ___ ore, maggiorazioni turni/feriali/festivi pari a € ____________, rimborsi ____________.
Vi invito a versare l’importo complessivo entro il ____________ e a trasmettere, in pari data, la busta paga dettagliata, il riepilogo ore del mese e l’eventuale autorizzazione straordinari/trasferte, così da allineare la documentazione. In caso di discordanze sui conteggi, resto disponibile a un rapido confronto tecnico entro il medesimo termine.
Coordinate pagamento: IBAN ____________, intestato a ____________.
Contatto diretto per riscontro: ____________.
Data ____________
Firma ____________
Modello 4 — Sollecito con preavviso di attivazione Ispettorato del Lavoro (diffida accertativa / conciliazione)
Oggetto: Ultimo sollecito pagamento retribuzione mese di ____________ – Preavviso attivazione ITL
Spett.le ____________
Con la presente, a valere quale ultimo invito bonario, contesto il mancato pagamento della retribuzione relativa al mese di ____________, scaduta il ____________, per un importo pari a € ____________ netti (€ ____________ lordi), oltre accessori di legge. Vi assegno il termine perentorio del ____________ per provvedere all’integrale saldo, con invio della busta paga e conferma dell’avvenuto accredito.
In mancanza, mi vedrò costretto/a a presentare istanza all’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente per l’adozione di diffida accertativa per crediti patrimoniali e/o per l’attivazione della conciliazione monocratica, con eventuale successivo ricorso giudiziale per il recupero coattivo delle somme con rivalutazione e interessi.
Pagamento su IBAN ____________ intestato a ____________, causale “Retribuzione mese ____________ – ____________”.
Ogni comunicazione può essere inviata a ____________.
Data ____________
Firma ____________
Modello 5 — Sollecito con preavviso azione giudiziale / decreto ingiuntivo
Oggetto: Messa in mora per mancato pagamento retribuzione mese di ____________ – Preavviso azione giudiziale
Spett.le ____________
Io sottoscritto/a ____________, dipendente in forza dal ____________, vi costituisco formalmente in mora per il mancato pagamento dello stipendio del mese di ____________, esigibile il ____________, per € ____________ netti (€ ____________ lordi), oltre interessi legali e accessori di legge. Vi intimo di corrispondere l’importo entro e non oltre il ____________, con contestuale trasmissione della busta paga.
Decorso inutilmente detto termine, senza ulteriore avviso adirò l’Autorità Giudiziaria competente per ottenere decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e/o proporre ricorso ex rito lavoro per la condanna al pagamento delle somme dovute, con aggravio di spese, compensi e oneri accessori. Resta salva la richiesta di differenze retributive ulteriori ove accertate.
Il versamento dovrà essere effettuato su IBAN ____________ intestato a ____________, causale “Retribuzione mese ____________ – ____________”. Per ogni comunicazione: ____________.
Data ____________
Firma ____________
Allegati (se disponibili): copia precedente sollecito del ____________, estratto conto, eventuale prospetto paga non firmato.
Fac Simile Lettera di Sollecito di Pagamento Stipendio Word
Di seguito è possibile scaricare il fac simile lettera di sollecito di pagamento stipendio Word.

Marcello Massa
Marcello Massa, un nome ormai sinonimo di eccellenza nel campo della comunicazione scritta, è un autore e consulente esperto riconosciuto per le sue guide innovative su come scrivere lettere e mail efficaci.